COSENZA _-_ ENTE PROVINCIA ----- CONTRASTARE LO SPOPOLAMENTO


Il Palazzo del GovernoLo spopolamento delle aree marginali e in declino del territorio è una realtà allarmante, un vero e proprio fattore di rischio.
Perdendo abitanti, le comunità locali di queste aree smarriscono la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, tradizioni millenarie, uniche, irripetibili finiscono per sempre, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio per effetto dello spopolamento e, parallelamente, cresce la congestione nei centri urbani e crescono i problemi di degrado ambientale.
In effetti, la popolazione di un luogo, in particolar modo dei luoghi interni e delle aree montane, rappresenta l’identità, la tipicità e l’espressione della storia di un territorio.
La perdita di popolazione rappresenta, quindi, un grave rischio sotto tre principali punti di vista:
    • socio-culturale: il calo demografico in alcuni contesti territoriali periferici, caratterizzati da profonde radici storiche e culturali, provoca la perdita di identità consolidate e di memoria, la disgregazione delle comunità e della propria socialità, la scomparsa di valori ed il senso di smarrimento;
    • economico: l’economia della nostra provincia per millenni si è basata sulla produzione agricola ed artigianale svolta proprio nelle aree che attualmente sono state definite marginali e in declino, attività le cui conoscenze erano tramandate di generazione in generazione, svolte quindi sulla base di conoscenze empiriche; pertanto, lo spopolamento rappresenta la perdita dell’opportunità di proseguire tali attività e l’impossibilità di attuare processi di modernizzazione delle produzioni peculiari delle aree interne, con la conseguente scomparsa di una notevole parte dell’economia locale;
    • fisico e geologico: l’abbandono del presidio del territorio implica la perdita di interesse sia da parte della popolazione stessa rispetto alla corretta manutenzione del territorio, sia da parte delle pubbliche istituzioni, con conseguente accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico; inoltre, lo spopolamento delle aree interne provoca il riversarsi della popolazione principalmente nei centri urbani, con una conseguente forzata crescita dei centri urbani ed una pressione antropica e ambientale, con effetti di  crescente disorganizzazione di governo del territorio.
Enormi sono, quindi, i costi connessi all’emarginazione delle aree in declino.
Lo spopolamento, oggi, deve essere inteso non solo come mero abbandono dei territori marginali, ma come una carenza di risorse e limite ai processi di qualificazione e sostenibilità territoriale.
Il territorio della nostra Provincia, anche per le sue caratteristiche geografiche e fisiche, è da decenni soggetto a dinamiche di grave spopolamento, in particolare nelle zone rurali e nelle aree di montagna. Fenomeni importanti riguardano persino le zone costiere, dove i centri storici dell’immediato entroterra perdono abitanti in favore delle marine.
Moltissimi sono i Comuni coinvolti, in particolare quelli di piccole e piccolissime dimensioni che, nel nostro territorio, sono la stragrande maggioranza.
Non è un problema esclusivamente nostro. Come dimostra la “Quarta Relazione sulla coesione sociale ed economica” della Commissione Europea, l’ultima pubblicata, il fenomeno dello spopolamento riguarda vastissime aree e regioni d’Italia e d’Europa.
Contrastare lo spopolamento è, dunque, un dovere della politica e delle Istituzioni di ogni ordine e grado, da quelle europee a quelle statali, locali e regionali.
Si tratta, tuttavia, di una sfida enorme, che deve impegnare tutti con grande decisione e impiego di risorse.
È una sfida difficile e complessa, che va comunque affrontata.
La Provincia di Cosenza, in questi anni, si è fatto carico di avviare un’iniziativa forte su questa problematica. Ci siamo attivati su due linee d’azione:
    • abbiamo sostenuto con forza l’esigenza di includere il tema dello spopolamento tra gli obiettivi strategici della Programmazione Unitaria 2007-2013;
    • parallelamente, abbiamo avviato un’azione di analisi, monitoraggio e conoscenza del fenomeno e dei suoi impattisu tutto il territorio provinciale.
Rispetto al primo punto, il principale strumento di programmazione, il POR FESR 2007-2013, ha incluso nell’elenco dei Progetti Strategici Regionali e Locali, un apposito Progetto per contrastare lo spopolamento dei sistemi territoriali marginali e in declino.
Riguardo al secondo, la Provincia ha stipulato un’Intesa con l’Università della Calabria per la realizzazione di uno studio di alta qualità scientifica sul fenomeno, i cui risultati sono stati presentati e discussi nella Conferenza Internazionale “Spopolamento e Ripopolamento delle Aree del Mediterraneo”, che abbiamo tenuto a Cosenza, nella sede della Provincia, il 26 e il 27 marzo 2009, nella quale abbiamo individuato questi obiettivi a breve termine:
  • definizione e lancio del Manifesto contro lo Spopolamento, da condividere con l’UPI, l’UNCEM, le Province, le Regioni maggiormente coinvolte nel fenomeno.
  • presentazione di una proposta di Legge regionale per contrastare lo spopolamento dei comuni montani e delle aree interne;
  • istituzione dell’Osservatorio Nazionale sullo Spopolamento, da realizzare attraverso accordi con l’UPI, l’UNCEM, le Province, le Regioni maggiormente coinvolte nel fenomeno e il supporto scientifico delle Università.
In parallelo, sulla base della nostra prerogativa di soggetto coordinatore della Progettazione Integrata 2007-2013 prevista dagli strumenti di programmazione, abbiamo avviato la costruzione del Progetto Integrato di Sviluppo per Contrastare lo Spopolamento dei Sistemi Territoriali Marginali e in Declino.
Nello specifico, ci muoveremo su queste linee di indirizzo:
    • migliorare la mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento;
    • migliorare le infrastrutture e i servizi maggiormente “sensibili” ai fini della qualità della vita (servizi sanitari, servizi scolastici, servizi per il tempo libero e le attività sportive, sevizi telematici, etc.);
    • realizzare servizi socio-sanitari con strutture mobili;
    • realizzare laboratori artistici e culturali per i giovani, in collegamento con Istituti d’Arte, Accademie Musicali, che comprenderanno anche attività estive di stage;
    • recuperare e riqualificare gli edifici, gli spazi pubblici e le reti di servizio;
    • promuovere attività di ricerca e alta formazione nei Comuni, in cui le Università potrebbero essere incentivate a localizzare ricerche e corsi di alta formazione su tematiche legate alle risorse ambientali e culturali dei territori;
    • attrarre nuove iniziative imprenditoriali compatibili con le specificità locali;
    • promuovere e attivare Pacchetti Integrati di Localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati, attraverso la messa a disposizione a condizioni di vantaggio di immobili pubblici e privati non utilizzati da destinare ad attività produttive (artigianato, turismo, servizi, etc.), terreni e case rurali non utilizzati da destinare ad attività agricole, forestali e di turismo rurale;
    • promuovere e sostenere condizioni di lavoro flessibile, soprattutto per le donne, anche attraverso il telelavoro;
    • estendere ai piccoli comuni degli incentivi, già previsti a favore delle zone montane, della "pluriattività" da parte dei coltivatori diretti per lavorazioni di sistemazione e manutenzione del territorio;
    • dare precedenza ai piccoli comuni nell'accesso ai finanziamenti pubblici per la realizzazione di programmi di e-government e per la realizzazione del sistema pubblico di connettività (larga banda);
    • disporre incentivi finanziari e "premi di insediamento" a favore di coloro che trasferiscono la residenza e/o la sede di lavoro, pongono in essere interventi di recupero del patrimonio abitativo, ovvero avviino un'attivita economica, nei piccoli comuni;
    • disporre agevolazioni, anche in forma tariffaria, in materia di servizio idrico.
    • sostenere l’utilizzo delle energie rinnovabili attraverso il finanziamento di impianti ad energia solare (pannelli solari per le case sparse), il recupero delle minicentrali idroelettriche, la produzione di biocarburanti nelle aree di scarso interesse per l’agricoltura e la pastorizia;
    • promuovere il turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico per aree omogenee.
Un punto particolarmente importante, tra quelli elencati, è quello relativo al turismo. Occorre daresostegno alle economie dei comuni montani della provincia attraverso la costituzione di un sistema turistico sostenibile e responsabile basato sulla messa a sistema della ricettività non convenzionale, presente nella maggior parte dei comuni storici provinciali, e del vasto patrimonio naturalistico e culturale di cui il territorio provinciale è ricco.
A questo proposito, intendiamo operare per realizzare la Rete Provinciale dell’Ospitalità Diffusa, al fine di:
  1. rendere disponibile l’enorme patrimonio immobiliare inutilizzato nei centri storici della Provincia di Cosenza, ampliando e qualificando l’ospitalità già disponibile e allo stesso tempo disincentivando la costruzione di nuove costruzioni in aree paesaggisticamente delicate;
  2. valorizzare l’enorme patrimonio naturalistico e paesaggistico provinciale attraverso l’individuazione e la messa a sistema di un sistema di sentieri, percorsi naturalistici, percorsi culturali, trekking – sia esistenti che da realizzare ex novo – che si snoderanno tra i principali centri storici provinciali;
  3. coinvolgere direttamente, nella gestione sia della ricettività che dell’escursionismo, le famiglie che vogliono mettere a disposizione i posti letto, le associazioni e i gruppi locali per gli aspetti legati all’escursionismo;
  4. valorizzare le produzioni tipiche locali sia alimentari che artigianali;
  5. mettere a sistema la rete costituita dai centri storici e dai percorsi naturalistico-culturali, attraverso la costituzione di un marchio provinciale dell’ospitalità diffusa da utilizzare come strumento di promozione nei circuiti internazionali del turismo responsabile;
  6. incoraggiare il contatto tra paesi, ampliando la capacità di risonanza e di mobilitazione delle iniziative dal basso;
  7. valorizzare il più possibile le energie sociali già disponibili, tra cui gruppi culturali, pro loco, associazioni, cooperative;
  8. mobilitare i saperi sociali e le competenze diffuse, tra cui il sapere dei pastori, dei contadini, degli artigiani e delle casalinghe nel produrre beni e servizi.
Tuttavia, malgrado la consistenza delle iniziative progettuali che abbiamo già avviato o intendiamo avviare, vogliamo impegnarci anche sul fronte delle iniziative più propriamente istituzionali. A questo riguardo, sosterremo, in tutte le sedi, la necessità e l’urgenza di mettere in atto politiche strutturali in favore delle popolazioni delle aree interne e dei piccoli comuni dove più forti sono le problematiche causate dallo spopolamento, tenendo presenti due finalità generali:
  • ridurre i fattori di espulsione della popolazione residente;
  • potenziare i fattori di attrazione di nuove attività e abitanti.
A questo proposito, oltre agli interventi che sarà possibile mettere in campo attraverso i Progetti Integrati, occorre elaborare un piano complessivo di politiche per i comuni e le aree interne, supportato da adegati interventi legislativi, che ponga le condizioni per:

  • il mantenimento di un'adeguata rete di servizi territoriali;
  • la salvaguardia e recupero di beni culturali, storici e artistici e librari;
  • il recupero ed il riutilizzo di stazioni ferroviarie disabilitate e di case cantoniere dell'ANAS, destinandole, in comodato, a organizzazioni di volontariato, a presidi di protezione civile e a sedi di promozione di prodotti tipici;
  • prescrizioni per interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi dello sviluppo sostenibile contenuti nei piani paesaggistici d’ambito;
  • la realizzazione di centri multifunzionali per l'espletamento dei servizi ambientali, energetici, scolastici, postali, artigianali, turistici, di comunicazione, di volontariato, culturali, commerciali e di sicurezza;
  • la presenza di sportelli postali in tutti i piccoli comuni;
  • disposizioni specifiche concernenti il funzionamento amministrativo comunale, in tema di bilancio, controllo di estione, programmazione delle opere pubbliche, promozione delle forme associative intercomunali.

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